Brevi considerazioni su percorsi spirituali e di realizzazione di Alfredo Lama
Dagli anni 60’ vi è stata un’irruzione di movimenti di matrice spiritualista che trovò terreno fertile nei movimenti giovanili tipo beatnik prima ed hippies successivamente. Si ricercava una dimensione che potesse dare senso all’esistenza oltre la cappa ideologica che la società borghese sosteneva impedendo che ci si potesse realizzare se non nel lavoro, nella famiglia e poi nel consumismo che di là a poco avrebbe contribuito alla globalizzazione, ancora agli albori in quegli anni. Le filosofie indiane appassionavano i giovani e vi sono testimonianze di guru venuti dall’Oriente per conferenze e per fondare gruppi di adepti. Un momento forte fu la venuta del Maharishi Mahesh Yogi che suscitò una vera e propria euforia. Gente dello spettacolo tra cui i Beatles si recarono perfino in India dal predetto contribuendo così alla diffusione della meditazione e in genere del pensiero filosofico-religioso induista e buddhista.1Molti testi che prima erano custoditi in monasteri praticamente inaccessibili divennero di larga divulgazione contribuendo in tal modo alla loro diffusione. Precedentemente vi erano stati studiosi del pensiero orientale quali Evola, Guenon, Eliade, Tucci ma i loro studi molto seri erano diretti ad un pubblico di iniziati. Lontani i tempi di Alexandra David-Neel che fu la prima donna a giungere dopo un viaggio avventuroso in Tibet nel 1924 e a conoscere testi e incontrare personaggi appartenenti ad un mondo esoterico.2 Da ricordare, infine, Arthur Avalon che schiuse la conoscenza sul tantrismo. La situazione degli ultimi decenni del secolo scorso mostra il crescere di popolarità di scuole, metodi, che si rifanno in gran parte ad insegnamenti del modo orientale con la diffusione di corsi Yoga, Zen, e simili. Una precisazione va fatta: la Tradizione quella con la T maiuscola è unica, per cui non bisogna credere che in occidente non si sia sviluppata con percorsi propri, adatti, una via spirituale che abbia lo stesso valore di quella orientale. La via della realizzazione spirituale è una scelta forte, che deve investire la vita di chi la sceglie o dalla quale è scelto (lo Spirito soffia dove vuole), non si può fare nel tempo libero o inseguendo il raggiungimento di chissà quali risultati. La meditazione col tempo non è solo quando si medita, ma investe tutta la vita avendo verso di essa un atteggiamento diverso da prima che si praticasse. Quando fu chiesto ad un grande iniziato dello Zen come era la sua vita prima che meditasse e dopo, rispose: prima, quando avevo fame mangiavo, quando avevo sete bevevo, quando avevo sonno dormivo, ed ora che medito dico: quando ho fame mangio, quando ho sete bevo, quando ho sonno dormo. Direte dove sta la differenza? Prima non ero consapevole ora lo sono. Altra cosa importante è la necessità del Maestro; grandi conferenzieri come Krishnamurti affermano che non occorre Maestro, ma questo è vero ma solo ad un livello molto avanzato.3 Il Maestro è indispensabile poiché ti incoraggia, ti segue, ti corregge e nei momenti difficili ti guida. I poteri veri o presunti che siano, promessi da tanti, altro non sono che ostacoli sulla via della realizzazione. Il vero meditante è colui che è nel mondo, vive in esso, lavora, si dona agli altri, sente di essere parte di un Tutto ma non è del mondo, dei suoi falsi miti, degli pseudo valori del liberismo sfrenato ove vige la legge del profitto ad ogni costo, dove conta l’apparire sull’essere , l’egoismo sulla solidarietà. La Consulenza Filosofica diffusa da Achenbach si offre come aiuto alle persone che ad essa si rivolgono senza medicalizzare la persona che hanno di fronte, senza giudicare il loro operato, senza propinare soluzioni già confezionate, ma valorizzando l’individuo e rispettando le sue scelte pur non condividendole. Questa è in breve l’empatia, mettersi sulla linea d’onda dell’interlocutore, nei suoi panni, senza perdersi in essi. La Consulenza Filosofica forte del pensiero di secoli, millenni si sforza di aiutare colui che ad essa si rivolge per un bisogno di ascolto. Aiutare l’altro a cercare in se stesso le forze e le motivazioni per comprendere la propria situazione esistenziale (quindi evitare di parlare di “problemi” come invece spesso fa la psicologia o la psicanalisi o ancora di più la psichiatria con il suo manuale dove non vi è comportamento che non sia sintomo di qualcosa e dove l’unica risposta è lo psicofarmaco (camicia di forza chimica). Percorsi con molti punti in comune con la Consulenza Filosofica di Achenbach sono rinvenibili nella Terapia Breve di Palo Alto, ove risalta il momento della relazione, della comunicazione, ove non si guarda alle cause ma si va al cuore del problema al “qui ed ora”, alla legge della causa ed effetto, alla linearità, si sostituisce la circolarità degli eventi con la retroazione che ci portano alla sincronicità di Jung.4 Vi è poi la Terapia Centrata sul cliente anzi, ora persona, non più paziente che mette in risalto l’empatia.5 Il consulente filosofico per essere credibile deve vivere la vita non disgiunta dalla teoria, non può vivere bene e razzolare male, non vale il detto:fate come vi dico io, ma non fate come faccio io. Gli antichi filosofi erano dei praticanti e non solo astratti teorici, erano filosofi e non professori di filosofia. Diventare consulente filosofico è una scelta di vita, occorre un percorso ed un programma di insegnamento propedeutico.
1 The Beatles Bible, https://www.beatlesbible.com
2 Enciclopedia delle donne, voce a cura di Giovanna Providenti
3 La peculiarità di Krishnamurti, https://www.dadrim.org/mistici
4 Chiedilo al filosofo. Intervista al professor Gerard B. Achenbach, https://www.ariannaeditrice.it/articolo.
5 Carl R. Rogers, La terapia centrata sul cliente, Firenze, 2013,.
ALFREDO LAMA