Psicoanalisi e inquisizione
Intervista all’autore di Psicoanalisi sotto tiro. Nuove streghe per nuovi inquisitori? (Antoine Fratini, Enrico Folci, Macerata 2009)
La psicoanalisi in Italia è da sempre oggetto di accese polemiche. C’è chi le nega uno statuto scientifico, chi la taccia di pansessualismo, chi mette in dubbio la sua efficacia e il suo avvenire… Anziché defilarsi, con questo libro Antoine Fratini, presidente dell’Associazione Europea di Psicoanalisi e membro de l’Académie Européenne Interdisciplinaire des Sciences, riaccende le polemiche arrivando addirittura a parlare di inquisizione nei confronti della scienza dell’inconscio.
Redazione: Ci vuole anzitutto suggerire quali sono i temi centrali trattati nel suo libro?
L’autore: Questa opera nasce con l’intento di chiarire la questione circa la natura e gli scopi specifici della psicoanalisi in un periodo storico in cui questa rischia di farsi inglobare da altre discipline.
R: A quali discipline si riferisce?
A: Le discipline che maggiormente tentano in questo senso di sedurre la psicoanalisi sono diverse, a secondo anche delle nazioni e delle culture. Come è noto negli USA è stata la medicina ad annettersi sin da subito la psicoanalisi facendone uno strumento della psichiatria. Questa operazione in una certa misura si sta verificando anche in Europa. Tuttavia, in Italia è soprattutto la psicoterapia a tentare di mettere le mani sulla psicoanalisi. E in gran parte ci è già riuscita. Complice una pessima legge sulla regolamentazione delle professioni di psicologo e psicoterapeuta che può addurre ad interpretazioni fuorvianti o addirittura tendenziose della psicoanalisi stessa. Anche il cosiddetto counseling filosofico può in qualche modo essere annoverato nella cerchia di queste discipline che cercano di attingere alla psicoanalisi e di usarla come una tecnica per altri scopi.
R: Quale è il suo parere sulla natura e sugli scopi della psicoanalisi oggi?
A: Come suggerisce il termine stesso, la psicoanalisi si propone l’analisi della psiche, ovvero dei pensieri, degli affetti e dei desideri del soggetto. Ora, l’analisi è un procedimento proprio della scienza in generale che consiste nel separare i vari elementi di un sistema per poterne studiare le relazioni causali. Nel caso specifico della psicoanalisi trattasi di significanti. Il noto metodo psicoanalitico delle libere associazioni rientra in quel tipo di procedimento e contribuisce a specificare la psicoanalisi come scienza il cui oggetto è l’inconscio. Il mio libro propone un insieme organico di argomentazioni tese ad illustrare la natura scientifica e la finalità d’ordine conoscitivo della psicoanalisi.
R: Non tutti però la pensano in quel modo. C’è chi sostiene invece che la psicoanalisi consista in una forma di psicoterapia, anche perché le persone vanno in analisi perché stanno male e vogliono curarsi.
A: Questa è, purtroppo, una opinione piuttosto diffusa. In realtà, come lo stesso padre della psicoanalisi Sigmund Freud sosteneva, la cura non rappresenta lo scopo dell’analisi, ma interviene come effetto quasi accessorio del lavoro di indagine psicologica. Per trovare soluzioni adeguate e personali ai propri problemi, il soggetto ha prima bisogno di capire che cosa questi vogliono dire per lui. In qualche modo il sintomo deve passare nel registro della parola e quindi della coscienza per smarrire la propria forza coattiva nevrotica.
R: Quali possono essere i segni che indicano all’utente che la strada da percorrere è la psicoanalisi?
A: Questa domanda mi permette di specificare che dovrebbe trattarsi propriamente di una scelta basata su indizi quali il bisogno di parlare e trovare un degno interlocutore che sappia ascoltare, di capire che cosa succede realmente dentro di sé, di scoprire quali possono essere i significati dei propri disagi. Oggi, in Italia e non solo esistono un sacco di psicoterapie spicce che promettono guarigioni veloci e poco impegnative da situazioni che vengono scambiate, spesso volutamente, per malattie vere e proprie. Ciò nonostante, il fatto che a tutt’oggi un numero comunque consistente di utenti continuano a preferire la psicoanalisi tende a confortare la tesi secondo la quale intraprendere un’analisi rileva di una scelta, che questa sia consapevole e meno.
R: Queste sue affermazioni le hanno valso riconoscimenti in ambito psicanalitico, ma anche problemi da parte dell’Ordine degli Psicologi di cui parla nel suo libro. Non le sembra però un po’ esagerato parlare di inquisizione?
A: In questa vicenda giudiziaria che mi ha visto protagonista mio malgrado e che è durata circa dieci lunghi anni, me ne sono successe di tutti i colori. Sono stato denunciato e accusato di abuso di titolo di psicoanalista quando è risaputo che il titolo in questione nemmeno esiste, di abuso della professione di psicologo senza che mi sia mai presentato come tale e senza mai avere svolto quella attività, trattato da criminale, pedinato, perseguitato, diffamato… D’altra parte però, rimane la consolazione dei miei tre processi vinti. Il fatto che, nonostante la propria dichiarata convinzione, l’Ordine in questa vicenda (come in tante altre simili) non si sia mai costituito parte civile, ma si sia limitato a puntare il dito lasciando andare avanti la Procura, ricorda da vicino la logica delatrice in auge ai tempi dell’inquisizione, quando le presunte streghe venivano additate da malintenzionati e poi “interrogate” e “giustiziate” dal Sant’Uffizio.
R: Lei ritiene che le sue vittorie processuali e più in generale la sua vicenda possano acquistare una valenza particolare per il futuro della psicoanalisi in Italia?
A: La mia vittoria processuale rappresenta certamente un precedente rilevante dal punto di vista giuridico e potrà essere richiamata dagli psicoanalisti liberi accusati dello stesso reato, cioè quello di “abuso della professione di psicologo” o di “psicoanalista”. Ma più in generale credo che l’intera vicenda, comprese quelle argomentazioni che su di essa si basano e che sono contenute nel mio libro, possa servire a chiarire una volta per tutte quali siano la natura e gli scopi più autentici della psicoanalisi. Tale valenza, del resto, non è limitata all’Italia. Il libro è stato pubblicato anche in Francia dove sta diventando un punto di riferimento in vista della futura regolamentazione delle discipline del campo psicologico che ancora manca in quel paese.
REDAZIONE