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Il cammino della Consulenza Filosofica di Mimma Leone

Nel caos del web, può capitare di smarrirsi fra notizie parziali, informazioni corrette ma prontamente rimosse per motivi imperscrutabili e fakenews che depistano i ben intenzionati seguendo una delle più antipatiche mode del momento. Considerando che tale tendenza riguarda anche la Consulenza Filosofica, abbiamo pensato che cercare di fare un po’ di chiarezza non possa che giovare.

Come Wikipedia giustamente riporta, la Consulenza Filosofica nasce in Germania nel 1981 grazie a Gerd Achenbach, rispondendo all’esigenza di svincolare la Filosofia dalla morsa opprimente del regime accademico per riconsegnarla al quotidiano, finalmente libera di tornare a occuparsi della vita degli uomini, dei loro interrogativi e dei loro disagi. La Philosophische Praxis, come d’altronde è facile immaginare, divenne molto presto fulcro di numerose polemiche, sia per la costruzione di un nuovo paradigma di dialogo, sia per la nascita dell’inedita figura professionale che inevitabilmente andava a delinearsi mettendo in crisi metodologie e riflessioni psicologiche ormai arrugginite e tuttavia ben ancorate. Secondo il ricercatore tedesco, il ruolo del filosofo è quello di accompagnare il consultante attraverso il dialogo, alla scoperta dei differenti percorsi che possono condurre alle risposte di una ricerca esistenziale che non pone l’esaustività come obiettivo perseguibile. Del resto, le domande della contemporaneità non coincidono più con i quesiti kantiani della filosofia tradizionale, ma sono corredati da molteplici derivazioni soggettive e concrete, che spingono l’uomo a cercare soluzioni uniche, personali e funzionali alla propria verità.

Nonostante le difficoltà nella costruzione di un proprio profilo identitario, la Consulenza Filosofica riesce a sbarcare altrove a partire dagli anni 80, trovando prospettive e declinazioni interessanti nei campi d’applicazione della materia e della sua duttilità, che da difetto fondante si converte in ventaglio di possibilità terapeutico e relazionale. Ecco perché in Francia il Cafè-Philo di Marc Sautet è in grado, dagli anni novanta in poi, di sottrarre le disquisizioni filosofiche alle cattedre universitarie per dare più respiro al carattere dialettico della Filosofia stessa e portarla in uno spazio aperto, a sviluppare discussioni pubbliche, dirette e non sempre corredate dal carattere dell’ufficialità. In Inghilterra nasce con Lipman la Philosophy for Children, un’altra pratica che ha trovato poi diffusione in moltissimi Paesi poiché mette in discussione il concetto di educazione convertendo il ruolo dell’insegnante in facilitatore dei processi del pensiero e del dubbio, a partire dalla scuola per l’infanzia. Nonostante anche nei Paesi Bassi si sia assistito a uno sviluppo della disciplina con un’attenzione particolare verso la formazione nel settore del lavoro e all’interno di aziende e organizzazioni, la grande spinta propulsiva arriva dagli Stati Uniti per merito di Ran Lahav e Lou Marinoff, divenuti fra i maggiori esponenti della disciplina, divulgatori e promotori di ogni iniziativa a favore del potenziamento del ruolo del consulente filosofico e dell’applicabilità del pensiero critico.

In qualche modo, l’esperienza italiana si lega a quella dei due ricercatori statunitensi: nel 1994, infatti, il Prof Nicola Velotti partecipa alla prima Conferenza Internazionale sulla Consulenza Filosofica, organizzata a Vancouver proprio da Lahav e Marinoff, evento che apre scenari nuovi ispirando e motivando Velotti a stilare il “Manifesto Italiano della Pratica Filosofica” con Flaccovio Editore, coadiuvato da filosofi come Gerardo Marotta, per gettare le basi per la nascita e la diffusione della disciplina nel territorio italiano [1]. Negli anni successivi, Velotti diventa il riferimento nostrano di Achenbach dopo aver partecipato ai suoi corsi tenuti all’Università di Colonia, ed è il primo in Italia ad attivare un corso di formazione in Consulenza Filosofica Online. Impegnato anche nella ricerca di forme d’arte orientate al benessere psicofisico e alla connessione dell’uomo con l’ambiente, il Prof Velotti è presidente del “Philosophic Therapy Center” con sedi a Nola, in Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Calabria, Puglia e anche in India, a Mumbai, e proprietario della relativa rivista specializzata. Valido e degno di nota è senz’altro l’impegno a formare nuovi consulenti filosofici, professionisti che, dopo la laurea in Filosofia, intraprendono un ulteriore percorso di studi che prevede l’indispensabile messa in pratica dell’abilità di dialogare, diventano interlocutori ideali nella messa in discussione socratica per limitare il disagio o superandolo, schiudendo una visione di se stessi, degli altri e del mondo spesso inaspettata.

Doveroso è sottolineare che la psicoanalisi e la consulenza filosofica non sono la stessa cosa, riportando un dibattito annoso e non ancora prossimo a dissolversi. Come nella psicoanalisi, e come tiene a chiarire anche Lacan, il consultante non è un paziente da guarire. La differenza sostanziale è, quindi, nel metodo: la Consulenza Filosofica non avvia lunghe ricerche sulle cause originarie o sui traumi del passato rimossi, a meno che non si tratta di episodi scatenanti che abbiano una diretta correlazione con i pensieri, influenzandoli e inquinandoli. La consulenza filosofica si occupa delle idee e si prende cura, come afferma Galimberti, “delle emozioni, degli affetti, dei progetti e di tutti i contenuti del pensiero, con un andamento “filosofico” fedele alla ricerca della verità, ossia delle buone pratiche del conoscere, dell’agire e del sentire.”

Al consulente filosofico spetta il compito di condurre questo viaggio, nella consapevolezza di partecipare a un’evoluzione reciproca, che interessa spesso in egual misura entrambi i viandanti. La nostra speranza è che questa figura professionale possa essere riconosciuta nella sua importanza e crescere in tutte le realtà in cui è possibile, citando Socrate, “mettere sotto esame la vita”, un luogo dove le domande diventano fari e i disagi opportunità.

[1] https://www.ilfoglio.it/filosofeggio-dunque-sono/2018/02/18/news/la-capacita-dascolto-del-consulente-filosofico-179513/

MIMMA LEONE

 

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