La noia, alla radice di un male dei nostri tempi di Armando Fusco
La nostra società negli ultimi anni ha subito un’involuzione: lo testiamo nelle scuole, per le strade, nella forma primordiale di comunità che è la famiglia. I nostri figli, i nostri nipoti non hanno più riferimenti sani, seguono solo ciò che è tendenza, che fa moda, trionfa l’estetica e il piacere che essa crea. E’ una forma di narcisismo che in maniera esasperata diventa violenza, fine a se stessa, perché non poggia su nulla se non su pure sensazioni di onnipotenza che lasciano poi dentro solo vuoto. Una volta gli omicidi venivano compiuti per un fine ben preciso: per la scalata al successo nel lavoro, per invidia nei confronti dei propri superiori o perché si era traditi dal proprio compagno o compagna; c’era un movente insomma, pur alla presenza di un disturbo psicologico o neurologico. Ma sentire oggi ragazzi che confessano i propri crimini dicendo “l’ho fatto per noia” spaventa, a mio avviso, maggiormente perché il raggio di azione su cui intervenire sembra inafferrabile. Cosa nasconde questa Noia? Non è male di vivere, è semplicemente noia o meglio, vuoto. E questo vuoto ha origine nelle famiglie contemporanee che abbandonano i figli a se stessi dai primi anni di vita, incapaci in qualità di genitori di offrire loro le cure necessarie per poi instradarli: un bambino oggi che gioca da solo coi video game, abbandonato dinanzi alla tv per ore senza sentire la benché minima collaborazione del genitore; quindi l’assenza di condivisione, partecipazione, calore che si protrae nel tempo, genera vuoto, frustrazione, isolamento interiore e dissociazione che si riflette una volta cresciuti nel proprio quotidiano quando egli passa in una comunità più grande, ovvero la scuola. E qui nella scuola o si diventa vittime o carnefici, c’è poco da fare. Il bullismo o nell’epoca di Internet, il Cyberbulllismo, sono la valvola di sfogo di tanti giovani inetti, abulici, vuoti dentro, esausti da tanto disamore. Da qui, se non si interviene a livello sociale, coinvolgendo le famiglie, il passaggio alle droghe è breve ma quel che sconvolge è che anche esse, come la violenza fisica e verbale, sono solo un mezzo di espressione di questa Noia, di questo Vuoto interiore, di questo segno indelebile che hanno procurato come dicevo pocanzi spesso i genitori, a sua volta essi stessi figli di una generazione che ha ribaltato i propri modelli di riferimento e ha generato appunto mostri. Non esiste una soluzione individuale; occorre pianificare un programma di intervento che coinvolga famiglia, scuola, chiesa anche, ovvero tutti gli ambiti in cui il fanciullo si muove e cresce, riportando alla luce o concretamente sui banchi di scuola, sulle tavole di casa, ovunque, valori che si sono persi come solidarietà, rispetto, affetto. Occorre educare e creare situazioni che riempiano di calore umano questi giovani, che li facciano sentire meno soli e più responsabili e che in questo modo percepiranno in sé sentimenti di bene come mai hanno provato nella loro vita. Sono gli indirizzi, gli obiettivi quindi che ci fanno andare nella direzione giusta nella vita, che non creano sbandamenti, ma che devono essere inculcati con fermezza perché siamo esseri fragili e la tendenza a lasciarsi andare è sempre la soluzione più comoda per tutti.